3 Settembre 2020
Il rapporto di efficienza offensiva (Offensive Efficiency Rating) è stato uno dei primi indici analitici usati nella pallacanestro ed è tutt’oggi ancora uno dei più utilizzati nella statistica. Consiste nel rapportare i punti realizzati, da una squadra o un giocatore, ai possessi conclusi:
La prima volta che ne sentii parlare fu nel 1980, quando il nostro attuale presidente Francesco Fagioli me lo fece conoscere tramite un testo di Dan Peterson che lo esponeva; a quei tempi non esisteva ancora una rete Internet, per cui si era ancora legati al sapere cartaceo od orale per imparare qualcosa. Per il conteggio dei possessi, al denominatore, veniva usata la formula:
In pratica un possesso si conclude con un tentativo di tiro dal campo, con due tiri liberi oppure una palla persa, ma ricomincia in caso di rimbalzo offensivo.
Nel testo di Peterson un OER maggiore di 1 indicava una buona prestazione offensiva di squadra.
Dopo qualche anno, credo sulla rivista SuperBasket ma non ricordo bene, rividi la formula dei possessi con qualcosa di diverso:
In realtà quest’ultima formula è più vecchia della prima (credo sia stata ideata a fine anni ’50 da Dean Smith, laureato in matematica e coach di Michael Jordan al collage), e viene tuttora impiegata dalle leghe italiane e anche all’estero, applicata, oltre che alle squadre, anche ai giocatori.
Il motivo? Nel caso di un giocatore che tiri poco e non perda palloni, ma che acquisisca molti rimbalzi offensivi, nella prima formula il numero dei possessi, che, ricordiamo, va al denominatore, con la sottrazione dei rimbalzi offensivi potrebbe risultare nullo, rendendo impossibile il rapporto, o addirittura negativo, cosa che invece non succede con la seconda formula.
Ricapitolando, l’OER Rimbalzista (terminologia orrenda, ma non me ne viene un’altra) è sicuramente più indicativo del numero effettivo di possessi rispetto all’OER Tradizionale (come termine questo è migliore!), ma può essere applicato solo alle squadre e non ai giocatori.
Esiste comunque un altro problema legato alle formule dei possessi: sono VECCHIE!
La più vecchia, come dicevo prima, ha origine negli anni ‘50, e da allora la pallacanestro è cambiata tantissimo: non esisteva il tiro da 3 (e quindi non esisteva la sanzione di 3 tiri liberi), non esistevano i tiri liberi aggiuntivi, ma soprattutto tutte le volte che venivano assegnati dei tiri liberi questi erano SEMPRE 2 (a parte il 2 su 3; qualcuno lo ricorderà a cavallo degli anni ’70 e ’80); allora poteva essere valido dividere per 2 i tiri liberi tentati, ma oggi quella parte delle formule è anacronistica.
Quindi? Qualcuno propone di moltiplicare il numero di tiri liberi tentati per un “fantomatico” coefficiente che dovrebbe restituire il giusto numero di possessi: chi propone 0,45, altri 0,44. Restano comunque numeri campati in aria, forse calcolati su una grossa mole di dati, ma che consentono solo una stima di difficile rispondenza alla realtà di una partita o di un campionato.
E allora?
Una soluzione esiste: contabilizzare le SERIE DI TIRI LIBERI.
Personalmente, nei miei software, lo faccio dal 1994, con la prima versione del software fatta in VBDOS: allora la rilevazione statistica la facevamo con due PC, ognuno dedicato ad una delle due squadre. Per controllare l’esattezza della rilevazione, in ciascuno dei due monitor presentavo una finestrella contenente i dati per comparare le due squadre, in modo che, ad esempio, i falli fatti di una squadra corrispondessero ai subiti dell’altra; tra questi dati c’erano anche le azioni iniziate e le azioni finite: nella formula per conteggiare queste ultime, usavo, ed uso tuttora, le serie di tiri liberi.
Dal 2010, cioè da quando ho creato la versione su Linux del mio software per le rilevazioni, i dati che presento sfruttano questa formula:
che è sicuramente molto più rispondente alla realtà, ed inoltre è matematicamente “esatta”, nel senso che corrisponde ai possessi effettivi senza usare coefficienti compensatori.
Contabilizzare le serie di tiri liberi non è un grosso problema: se si fa la tradizionale rilevazione cartacea, basta separare le serie con un qualsiasi segno convenzionale scelto dal rilevatore; con un software sarebbero sufficienti poche modifiche al sorgente e l’aggiunta di un campo apposito nell’archivio dei dati.
Tornando all’OER, mi è però venuta un’idea nuova proprio in questi giorni: un modo per applicare l’OER Rimbalzista anche ai giocatori.
L’idea è questa: calcolando i dati di una squadra, esiste una differenza numerica tra OER Rimbalzista ed OER Tradizionale: faccio un esempio numerico usando i dati dell’ultima partita della nostra Serie D nel campionato 2019-20 chiuso anticipatamente per COVID:
Se uso questo valore di 0,117 appena trovato, rappresentante il miglioramento nell’OER ottenuto dalla squadra conteggiando i rimbalzi offensivi, moltiplicandolo per il rapporto
ottengo un valore che mi indica il beneficio offerto alla squadra dai rimbalzi del singolo giocatore nel rapporto punti/possessi, e a questo punto lo posso aggiungere al valore dell’OER Tradizionale del giocatore.
In pratica la formula, accorciando le sigle ed aggiungendo G per giocatore e T per totali di squadra al loro termine, diventerebbe:
Applicando la medesima formula alla squadra, tutte le G diventerebbero T, l’OER Tradizionale del giocatore equivarrebbe a quello dei totali di squadra, mentre il rapporto diventerebbe
cioè uguale ad 1, e quindi, a seguito di normalissimi annullamenti matematici, la formula da applicare alla squadra diventerebbe:
che corrisponde all’OER Rimbalzista della squadra: i conti tornano!
Tra qualche giorno implementerò questa formula sia sul nostro sito che nella web app su tablet che uso oggi per la rilevazione, usando la sigla OERR per indicare l’importanza data ai rimbalzi offensivi.
Pubblicato da Fabrizio Fellini in Statistiche
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